La dottoressa Paulicelli ha poi elaborato su questioni che riguardano la politica e l’estetica. Ci ha spiegato che negli anni ’70 c’era una forte tensione tra la politica e il rapporto con l’estetica, e negli anni ‘80 e ’90 le cose hanno cominciato a cambiare. Si sono ripensati gli spazi tradizionali delle donne, il lavoro, e anche il significato del vestire o dell’uso del trucco.
La moda ѐ una cosa molto complessa che si lega all’identità, al corpo e anche alla memoria. La professoressa ci ha fatto capire che un vestito non ѐ un oggetto che si mette su un tavolo, ma qualcosa che si porta addosso, e quindi ѐ inevitabile il rapporto con il corpo e con il nostro modo di sentirci e indentificarci. Ci ha parlato anche di un testo di Peter Stallybrass, “Mondi Indossati,” in cui il critico riflette sull’emozione provata mentre, durante una conferenza, indossava la giacca che era appartenuta a un amico morto. Un vestito, dunque, può ricostruire una memoria, e diventare un modo per collegare gli indumenti con i ricordi. Credo che la decelerazione del consumo di materiali possa essere un modo per apprezzare i vecchi indumenti e le memorie che essi si portano dentro.
Un’altra idea importante emersa nel nostro dialogo ѐ quella della sostenibilità, del riutilizzare, dal riciclare. Siamo in un periodo di produzione di massa e grande consumismo. Penso che sia questa la ragione per cui la professoressa ha mostrato esitazione quando le abbiamo domandato come sarà la moda in futuro. Lei ha risposto che il futuro ѐ molto vago. Ci sono stati molti cambiamenti e tanto progresso, dagli anni ’20, durante il fascismo, ad oggi! In quel periodo, secondo Paulicelli, “la moda era stupenda.” Oggi, invece, c’ѐ troppo nell’industria, e anche se ci sono grosse marche, manca una direzione precisa e ci sono problemi di sfruttamento dei lavoratori. Allo stesso tempo, ci sono anche nuove tecnologie che contribuiscono ad un nuovo tipo di produzione, e nuovi importanti lavori artigianali che contrastano le grandi marche.
Insomma, ѐ chiaro che la moda ha un grande impatto sulla vita e sul lavoro della professoressa Paulicelli. Adesso, capisco il significato delle sue parole quando ha detto che: “la moda ha tante manifestazioni, ѐ un campo che mi fa pensare a tante cose e mi diletta.” In effetti, la moda ha tante sfumature, alcune belle, altre meno belle, ma la scoperta del legame che la moda ha con il corpo, il ricordo, l’identità è stata per me una scoperta molto affascinante.