È un viaggio di più di 4.000 miglia quello dal Brasile a Boston. È un viaggio molto difficile e lungo. È la strada che io e i miei genitori abbiamo scelto, all’inizio con tanta paura, ed oggi molto orgoglio. I miei genitori hanno deciso di abitare negli Stati Uniti invece che in Brasile perché la vita in Brasile non era facile: non c'era lavoro e i soldi non erano sufficienti nemmeno per avere acqua, cibo, vestiti.
Io e i miei genitori siamo nati a Itambacuri, Minas Gerais in Brasile. Itambacuri è una città molto piccola e rurale. Quasi tutti i residenti si conoscono. Questa è una cosa buona perché i le persone si sentono più sicure; ma allo stesso tempo non è l'ideale abitare in un piccolo villaggio perché ci sono sempre molti pettegolezzi. Io non ricordo molto del Brasile perché ero molto piccola quando siamo partiti.
Avevo tre anni quando siamo arrivati in America. Quando ero bambina io ricordo che i miei genitori erano molto protettivi e severi. Credo che loro fossero così perché io ero la primogenita. Quando avevo dieci anni, la mia sorellina, Stephanie, è nata a Boston. La sua nascita era molto importante per me perché da bambina io volevo avere una sorella o un fratello. Mia madre e mio padre sono diventati meno severi con mia sorella. Anche se devo dire che la mia infanzia era molto divertente. Io giocavo, ballavo e guardavo sempre i cartoni animati. Sono cresciuta con la mia cugina preferita, Leticia. Lei è una sorella per me. Noi giocavamo insieme e andavamo a scuola con i nostri amici quando eravamo piccole. Leticia è la figlia di mio zio, il fratello di mio padre. Io sono grata che noi non siamo nate e cresciute dopo l’anno duemila dieci, perché oggi i bambini non giocano mai fuori, all’aperto. A loro piace giocare molto con i videogiochi o gli oggetti elettronici e molti genitori non dicono “no!” Anche mia sorella chiede sempre “mi puoi comprare un iPhone?” Io dico sempre “no!” perché lei è troppo giovane e immatura, e io voglio che lei abbia un’infanzia divertente e vivace, proprio come la mia. Oggi mia sorella ha dieci anni. Stephanie mi ricorda me, da bambina, perché è molto socievole e vivace, proprio come ero io: non avevo paura di parlare con le persone che non conoscevo.